Dai mari giapponesi un nuovo antitumorale efficace E-mail
Scritto da Valentina Arcovio   
Giovedì 03 Marzo 2011 13:35

Potrebbe diventare il secondo farmaco antitumorale che viene dal mare. Dopo Yondelis, gia' utilizzato contro i sarcomi e il cancro alle ovaie, tocca a 'eribulina', autorizzato lo scorso novembre negli Stati Uniti dalla Fda, l'agenzia per il farmaco. Solo ora pero' la rivista The Lancet apre alla possibilita' che anche l'agenzia europea per il farmaco, l'Emea, possa prendere una decisione favorevole sul farmaco.
Lo studio di fase III condotto su 'eribulina' ha confermato la sua efficacia.
Eribulina - commercializzato dai laboratori giapponesi Eisai e Halav) e' un composto sintetizzato da un organismo che vive nei mari nipponici, 'Halichondria okadai', le cui proprieta' antitumorali sono stati scoperte a meta' degli anni Ottanta.
''Si tratta di un nuovo tipo di chemioterapia: da un lato impedisce alle cellule tumorali di continuare a dividersi, dall'altro forma al suo interno degli aggregati (una sorta di grumi) tossici per le cellule maligne'', ha spiegato Javier Cortes dell'Istituto di Oncologia Vall d'Hebron di Barcellona, co-autore dello studio, al quotidiano spagnolo El Mundo.
Lo studio 'Embrace', finanziato dal produttore del farmaco con lo scopo di ottenere l'approvazione in Europa, e' stato condotto in 140 centri in tutto il mondo coinvolgendo 762 donne con il cancro al seno. Sono state scelte pazienti con tumori molto avanzati, con metastasi e che avevano avuto recidive nonostante i trattamenti con i farmaci tradizionali.
''Di fronte al classico trattamento scelto dai loro oncologi - ha detto Cortes - l'eribulina ha migliorato la sopravvivenza del 20 per cento''. In media, questo prolungamento della vita e' stato di circa 2 mesi e mezzo, ma come ha sottolineato lo specialista spagnolo ''si dovrebbe tener conto che negli ultimi 10 anni non abbiamo visto alcun farmaco capace di migliorare la sopravvivenza nel cancro alla mammella metastatico''.
Cortes ha inoltre osservato che, pur essendo un chemioterapico, l'erbulina e' stata ben tollerata'' e puo' essere somministrata in ospedale in ''meno di cinque minuti'' e sembra avere un effetto benefico su tutti i tipi di tumori al seno indipendentemente dal loro profilo molecolare. Tuttavia non tutti i partecipanti al trial hanno beneficiato dell'erbulina: ''un significativo 7 per cento - ha precisato Cortes - ha sofferto di neurotossicita'''.

 












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