Enea: gli effetti dei campi elettromagnetici sulla salute dell'uomo E-mail
Scritto da Enea   
Lunedì 21 Febbraio 2011 14:46

Si è aperto oggi a Roma, presso la Facoltà di Ingegneria dell'Università “La Sapienza”, il 10° congresso dell’Associazione Europea di Bioelettromagnetismo (EBEA - European Bioelectromagnetics Association), che illustrerà gli ultimi risultati della ricerca sui campi elettromagnetici, per valutarne le possibili applicazioni diagnostiche e terapeutiche, oltre che i rischi per la salute.
Nel corso dei quattro giorni di lavoro, i maggiori esperti europei di bioelettromagnetismo - la disciplina che studia l'interazione tra campi elettromagnetici e sistemi biologici – si confronteranno sugli studi più recenti, dai quali non sembrano emergere risultati che giustifichino le preoccupazioni connesse alla grandissima diffusione dei sistemi di comunicazione wireless.
Dagli studi, è emersa piuttosto la tendenza a valutare gli effetti "positivi" dei campi elettromagnetici: infatti, si sta rapidamente sviluppando un filone di ricerca che intende approfondire le opportunità offerte dall'utilizzo dei campi elettromagnetici per la cura di diverse patologie, come ad esempio il trattamento del ronzio alle orecchie, la riabilitazione di pazienti affetti da malattie del midollo spinale, la ricostruzione di cartilagini, fino alla "elettrochemioterapia" per il trattamenti di tumori ossei.
La ricerca italiana è rappresentata ai massimi livelli in ambito europeo e mondiale, con esperti a capo di progetti internazionali o di organizzazioni scientifiche: la ricercatrice dell’ENEA, Carmela Marino, è l'attuale presidente dell'EBEA, mentre Paolo Vecchia è presidente dell'ICNIRP (International Commission on Non-Ionizing Radiation Protection) organismo non governativo, formalmente riconosciuto dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, incaricato di produrre le linee guida sui limiti di esposizione alle radiazioni non ionizzanti.

 












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