Tumori, allo studio una "bacchetta magica" per sconfiggerli E-mail
Martedì 06 Ottobre 2009 12:46
 'Cucinare' le cellule del cancro come se fossero in un microonde, agitando un bastoncino magnetico direttamente sull'area interessata. Non e' la puntata di un telefilm di fantascienza, ma una nuova tecnologia sviluppata da un gruppo di ricercatori inglesi che potrebbe essere pronta per i test clinici in meno di tre anni.  A darne notizia e' stato un articolo pubblicato sul quotidiano britannico Daily Telegraph.
''Questa nuova terapia usa delle nanoparticelle che si posizionano all'interno del tumore. Queste nanoparticelle ferromagnetiche vengono poi riscaldate al passaggio del bastoncino, che agisce cambiando rapidamente il loro campo magnetico'', ha spiegato Quentin Pankhurst, fisico dell'University College di Londra e direttore dei Davy-Faraday Research Laboratories che sta coordinando lo studio.
''Riscaldare le cellule di 5-6 gradi centigradi puo' sembrare poco, ma e' abbastanza per mandare in shock le cellule del cancro e ucciderle'', ha aggiunto. Il trattamento da shock termico, infatti, si e' dimostrato utile per sconfiggere il cancro, ma e' problematico da usare senza danneggiare anche i tessuti sani e potrebbe uccidere il paziente.
''Ecco perche' e' necessario bersagliare solo le cellule tumorali. Abbiamo esplorato finora due approcci: usare delle cellule staminali per produrre le nanoparticelle magnetiche, oppure usare degli anticorpi per trasportarle e farle legare ai tumori'', ha spiegato Kerry Chester del University College London Cancer Institute e collega di Pankhurst nello sviluppo di questa sorta di 'bacchetta magica'. ''Abbiamo sperimentato entrambi gli approcci con successo. Alcune cavie di laboratorio trattate con questa tecnica hanno avuto una riduzione del cancro ai polmoni del 40 per cento''. ha detto Chester.
Nel futuro, secondo i ricercatori, anche i medici di base potrebbero avere una "bacchetta magica" che cucina le cellule tumorali, per poter curare i pazienti con sessioni settimanali di mezz'ora.
''Anche se siamo ancora alle prime fasi dello sviluppo, contiamo di utilizzare questa tecnica alla fine dei tre anni previsti dal progetto'', ha detto Chester. ''I primi pazienti a testare la bacchetta saranno gli ammalati di cancro ai polmoni, testa e collo, tumori che non rispondono efficacemente alle terapie standard'', ha concluso.

 












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