Giovani piu’ smart soprattutto al Sud |
Scritto da Cristian Fuschetto per il Denaro |
Martedì 17 Aprile 2012 12:17 |
Roma - Si comincia dal Sud e, soprattutto, si comincia dai giovani. L'obiettivo è rendere l'Italia un po' più smart. “Anche perché - precisa il ministro dell'Università e della Ricerca, Francesco Profumo, nel corso della tavola rotonda su “Smart Cities and Communities” promossa ieri da Campania Innovazione presso il Teatro Mediterraneo della Mostra d'Oltremare – se continuiamo così non andiamo da nessuna parte”. Il perché è presto detto: l'Italia versa ogni anno 15 miliardi di euro al Fondo europeo per la ricerca, ma ne riceve solo 10. “In pratica regaliamo 5 miliardi di euro all'anno ai nostri competitors su un settore strategico per lo sviluppo. Solo la Romania fa peggio di noi”. Il bando sulle “città e le comunità intelligenti” presentato ieri dal ministro mira appunto a rovesciare questo stato di cose. Sul piatto ci sono 200 milioni da destinare alle cosiddette regioni della convergenza (Campania, Sicilia, Calabria e Puglia), cui vanno aggiunti altri 70 milioni da assegnare anche a Sardegna, Basilicata, Molise e Abruzzo, messi a disposizione direttamente dalle Regioni.
La spinta del governo sulla svolta “intelligente” non si ferma qui. Dopo questo primo bando, che scadrà il 30 aprile, seguirà una seconda chiamata nel mese di giugno riservata alle regioni del Centro-Nord, sul piatto 700 milioni di euro.
Non solo, un capitolo a parte verrà infatti riservato agli under 30 per progetti di innovazione sociale: sono 40 i milioni di euro stanziati dal Governo per favorire la partecipazione dei giovani meridionali (residenti nelle regioni della convergenza) a presentare idee tecnologicamente innovative rivolte alla sostenibilità ambientale e a modelli di integrazione sociale. “L'idea guida è quella di trasformare le Regioni in una sorta di Apple store: ognuna deve essere in grado di sviluppare delle applicazioni che possano essere condivise da tutte le altre”. Probabilmente influenzato dal tema del bando in questione, il o ministro è innovativo anche nelle metafore. Detto in altri termini, l'obiettivo è quello di rendere il Paese “non solo più digitale ma anche più intelligente grazie alla creazione di nuovi modelli di gestione del territorio”. I settori su cui dovranno essere formulate le proposte da parte di cittadini, imprese, enti locali e università sono otto: scuola, sanità, governo, mobilità, energia, ambiente, turismo e cultura. Per ciascuno di settori dovrà essere sviluppato un progetto pilota, che se nella sua parte hard, ovvero infrastrutturale, rimarrà ovviamente nell'area di provenienza, nella sua parte soft, ovvero progettuale e tecnologica, sarà gestita a livello governativo in modo da poter essere condivisa da tutte le altre Regioni. “L'Italia - aggiunge – deve superare antichi egoismi e puntare sul potere della condivisione”
|