Lavoratori Istituto Superiore di Sanità scrivono al governo: i colleghi non sono precari
Scritto da I lavoratori dell’Istituto Superiore di Sanità   
Giovedì 16 Ottobre 2008 14:39

Il personale dell’Istituto superiore di sanità (Iss) esprime preoccupazione per la proposta di adozione di provvedimenti in materia di precariato e di assunzioni a tempo determinato nella Pubblica Amministrazione (cosiddetto ‘emendamento Brunetta’), che priverebbero l’Istituto dell’irrinunciabile contributo fornito da colleghi che operano con contratti di lavoro a tempo determinato o di collaborazione continuativa.

In Iss attualmente operano circa 1800 unità di personale con contratto a tempo indeterminato e oltre 700 unità con contratto a tempo determinato o di collaborazione. Quindi buona parte del lavoro svolto dall’Istituto superiore di sanità è attribuibile a colleghi ai quali male si addice l’etichetta di "precari", dato che molti di loro hanno ormai maturato un’estesa e competente permanenza in Iss e sono anche responsabili scientifici di progetti finanziati. È opportuno sottolineare la peculiarità dell’Istituto superiore di sanità, organo di ricerca e tecnico-scientifico del Servizio sanitario nazionale, in cui il contributo di questi colleghi è da ritenersi fondamentale per lo svolgimento dei correnti compiti istituzionali. A fronte di limitate risorse ordinarie, è cruciale per il nostro Istituto mantenere elevati livelli di competitività e qualità in grado di far fronte ad esigenze istituzionali, ma anche di attrarre finanziamenti esterni. L’acquisizione di nuovi incarichi e mandati di attività richiede flessibilità e capacità di adattare le competenze professionali agli impegni presi. Tutti i nostri lavoratori, attualmente identificati come “precari”, hanno avviato la loro attività in Istituto per rispondere a precise esigenze di servizio supplendo a necessità di competenze spesso non disponibili in Iss. Molti dei “precari” lavorano da tempo al pari del resto del personale e di fatto hanno rappresentato l’unico ingresso di personale giovane che abbia apportato nuovi “cervelli” e nuove “braccia” in un istituto di ricerca e controllo che per sua natura dovrebbe essere caratterizzato da innovazione. Il blocco delle assunzioni, per anni imposto alla Pubblica Amministrazione come strumento per calmierare la spesa pubblica, ha progressivamente aumentato l’età media del personale di ruolo, facendo sì che coloro che hanno maturato esperienza e competenza non possano lasciare il testimone a giovani colleghi in servizio di ruolo. Privarsi ora di colleghi relativamente più giovani sarebbe uno spreco rispetto all’investimento effettuato nella loro formazione e alla consolidata attività lavorativa che i nostri “precari” pluriennali stanno ormai portando avanti. Bisogna anche sottolineare che i colleghi “precari” non possono esser considerati un mero costo da tagliare, dato che contribuiscono essi stessi a generare i finanziamenti nazionali e internazionali che di fatto portano nuove risorse anche al bilancio dell’Istituto e coprono in larga parte i costi dei salari degli stessi colleghi “precari”. Il personale dell’Iss ritiene quindi che l’approvazione dei provvedimenti che sopprimono la possibilità di mantenere contratti a tempo determinato e collaborazioni continuative arrecherebbe un danno insanabile alla funzione che l’Istituto svolge.

 












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