I denti dello squalo riscrivono la storia del Mare del Nord E-mail
Scritto da Valentina Arcovio   
Mercoledì 26 Agosto 2009 13:38
Un'analisi di denti di squalo fossilizzati rivela che il Mare del Nord un tempo era separato dal resto degli oceani del mondo. Per un periodo che va dai 2 ai 4 milioni di anni, la salinità diminuì tanto che il mare era meno salato di molti laghi, il che provocò una drammatica perdita di biodiversità. Le scoperte, fatte da un team di scienziati in Germania, Oman e Regno Unito, sono state pubblicate sul Journal of the Geological Society e riportate dal notiziario Cordis.
Scopo dello studio era quello di ricostruire il clima del Mare del Nord durante il periodo del Paleogene, tra 40 e 60 milioni di anni fa. Appena prima dell'inizio del Paleogene, il 65 per cento di tutte le specie (compresi i dinosauri) furono spazzate via, probabilmente da un'enorme meteora schiantatasi sulla Terra 65 milioni di anni fa. Il Paleogene quindi segna un momento importante per la diversificazione dei mammiferi.
Il clima in questo periodo era relativamente caldo; ma sebbene gli scienziati abbiano scoperto molto sul clima sulla terra durante questo periodo, si sa meno su cosa succedeva in mari marginali come il Mare del Nord.
Gli scienziati si sono concentrati sugli squali per la loro ricerca. Gli squali perdono i denti nel corso di tutta la loro vita e questi sono continuamente sostituiti dalla crescita di nuovi denti. Di conseguenza, i denti degli squali sono abbastanza comuni tra i fossili e ne sono stati trovati degli esempi risalenti a 450 milioni di anni fa.
A seconda delle specie e dell'età del singolo squalo, il tempo impiegato per la crescita di un nuovo dente varia da alcuni giorni a alcuni mesi. Significativamente la composizione del nuovo dente riflette la composizione chimica dei mari dove vive lo squalo. In questo caso, i ricercatori erano particolarmente interessati agli isotopi di ossigeno che si trovano nei denti antichi.
I mari più caldi contengono maggiori quantità dell'isotopo di ossigeno 18 (18O) perché il più leggero isotopo di ossigeno 16 (16O) evapora più facilmente. Per estensione, gli squali che vivono nei mari più caldi hanno una maggiore proporzione di 18O nei loro denti rispetto agli squali che vivono in mari più freddi. Gli isotopi di ossigeno forniscono inoltre informazioni sulla salinità dei mari - l'acqua diventa più salata man mano che una maggiore quantità di acqua evapora.
In questo studio, il team ha studiato i denti degli squali trovati in siti in Belgio, Danimarca, Paesi Bassi, Svezia e Regno Unito. I denti avevano un'età compresa tra i 65 e i 32 milioni di anni. I denti provenivano da squali che vivevano sia in superficie che in profondità, sebbene molti venivano dallo squalo toro, che oggi vive in acque da tropicali a temperate.
Le analisi dei livelli dell'isotopo di ossigeno hanno rivelato che circa 55 milioni di anni fa, il livello di 18O e di 16O era molto più basso rispetto alle acque dei mari normali del periodo, il che indica che la salinità del Mare del Nord antico era significativamente diminuita.
Questo fenomeno coincide con un breve episodio di riscaldamento globale chiamato massimo termico del Paleocene-Eocene, o PETM, quando le temperature si alzarono di circa 6°C in 20.000 anni.
Allo stesso tempo, i livelli del mare si abbassarono e un sollevamento tettonico fece alzare la Scozia di due o tre chilometri, creando un ponte continentale tra i bacini delle isole Faroe-Shetland e Rockall. Di conseguenza, il flusso d'acqua tra il Mare del Nord e l'Atlantico fu ridotto. Allo stesso tempo, acqua dolce proveniente dai fiumi circostanti si riversava nel Mare del Nord, causando un abbassamento di salinità nel mare adesso isolato. Conseguentemente la diversità delle forme di vita nel Mare del Nord diminuì.
I ricercatori stimano che il periodo di isolamento durò tra i 2 e i 4 milioni di anni.
 












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