Le fosse oceaniche profonde giocano un ruolo importante nella regolazione del clima E-mail
Scritto da Valentina Arcovio   
Martedì 18 Gennaio 2011 14:55

La Fossa delle Marianne, nota anche come l'abisso 'Challenger', e' la zona piu' profonda che si conosce dell'oceano. Situata nell'Oceano Pacifico, e' stata esplorata solo da due persone. Nel 1960, l'inventore svizzero Jacques Piccard e il marine statunitense Don Walsh sono scesi a 35mila piedi a bordo del batiscafo Trieste, che e' stato progettato appositamente per questa missione.
Da allora nessun uomo e' sceso a quella profondita'. Ora un nuovo sommergibile senza pilota, equipaggiato con le piu' moderne tecnologie, sta raccogliendo dati preziosi per studiare questa zona sconosciuta dell'oceano.
Rilasciato da un gruppo internazionale di scientiati, il sommergibile ha raggiunto 10.900 piedi di profondita'. Gli scienziati hanno ora diffuso i primissimi risultati delle loro ricerche, riportati dalla BBC.
L'informazione piu' importante emersa finora e' che le fosse oceaniche  fungono da serbatoi di carbonio e il loro ruolo nella regolazione del clima e' più grande di quello cpensato fino ad ora.
''Questa e' la prima volta che siamo stati in grado di installare strumenti sofisticati a tale profondita' per misurare la quantita' di carbonio immagazzinato'', ha dichiarato il ricercatore Ronnie Glud. ''Fondamentalmente, vogliamo capire - ha aggiunto - quanto materiale organico, vale a dire il materiale prodotto dalle alghe e dai pesci nelle zone meno profonde, e' stato depositato sul fondo del mare, e se questo materiale viene divorato da batteri''. I ricercatori sperano di avere una fotografia generale sulla capacita' di assorbimento di carbonio delle fosse oceaniche.
''Anche se le fosse oceaniche coprono solo il 2 per cento della superficie dell'oceano, pensiamo che possano essere molto importanti'', ha detto Glud.
Il robot è stato lanciato da un'imbarcazione e ha impiegato tre ore per raggiungere il fondo della fossa, dove ha condotto una serie di esperimenti. La pressione a circa 11 chilometri di profondita' e' di 1.000 volte maggiore di quella che e' fuori dall'acqua. Per questo i sensori sono stati rivestiti con un cilindro di titanio capace di resistere.
Il prossimo passo di questo team internazionale di ricercatori e' quello di calcolare la quantita' che si accumula nel fondo dell'oceano e confrontarla con altre zone. In questo modo, gli scienziati sperano di determinare quale ruolo giocano le fosse oceaniche nella regolazione del del clima.
Questa  coinvolge l'Istituto di microbiologia marina delMax Planck di Brema (Germania), l'Agenzia Giapponese della Scienza Marina, Terrestre e Tecnologiva (JAMSTEC) e l'Universita' di Copenhagen (Danimarca).

 












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