Solare: per Frost&Sullivan egemonia europea è minacciata da Usa e Cina E-mail
Scritto da Chiara Carella, Frost&Sullivan   
Mercoledì 12 Agosto 2009 12:14

Una crescente competizione e la crisi economica globale si presentano come nubi minacciose sul mercato dell’energia solare in Europa. Il crollo del prezzo del polisilicone e dei moduli solari potrebbero avere come risultato il consolidamento del ruolo della Cina quale destinazione preferita nella manifattura. Dall’altro lato, ci sono poi gli Stati Uniti che si presentano oggi con un ruolo di maggior rilievo per quanto riguarda la capacita’ energetica installata. Nonostante questi recenti sviluppi, il futuro del mercato dell’energia solare in Europa rimane comunque sempre luminoso, anche grazie al fatto che alcuni mercati emergenti in Europa potrebbero giocare un ruolo di gran rilievo.

Il Giappone e l’Europa hanno fatto da veri battistrada per l‘industria dell’energia solare, e proprio per questa ragione hanno finora mantenuto posizioni di rilievo in questo mercato. L’Europa, e piu’ specificamente la Germania, hanno rappresentato finora la destinazione manifatturiera dominante nel mercato globale dell’energia solare. Tuttavia, come si accennava, il mercato europeo deve oggi fare i conti con due maggiori competitori. L’industria cinese, da una parte, fa forte pressione sui costi di manifattura, vista la capacita’ del Paese di produrre moduli solari a minimo costo, mentre gli Stati Uniti hanno adottato una risoluzione tesa a garantire l’indipendenza energetica, risoluzione che sta dando una forte spinta all’energia solare anche in considerazione del crescente supporto politico per le energie rinnovabili.

“Per quel che riguarda le cellule e i moduli solari, i produttori asiatici stanno letteralmente erodendo le quote di mercato dei produttori europei e giapponesi grazie a una espansione decisamente aggressiva. I bassi costi e l‘accresciuto acume tecnologico non faranno altro che rafforzare la presenza di questi operatori nel mercato globale del solare – spiega la ricercatrice di Frost & Sullivan, Alina Bakhareva –. Gli Stati Uniti poi, avendo utilizzato soltanto una frazione dell’immenso potenziale solare, hanno a disposizione tutti gli ingredienti per sviluppare un mercato forte e ben diversificato.”

Nonostante l’ingresso di questi nuovi competitori, ci si attende che l’Europa riesca comunque a ritenere una quota sostanziale del mercato e questo soprattutto grazie alla capacita’ di aver sviluppato una industria solare a tutto campo basata sulla ricerca, una forte base manifatturiera e supporto governativo.

“Dato il complesso panorama globale macroeconomico, i mercati finanziari sempre piu’ ristretti, e il ridotto supporto governativo rispetto al 2008, il mercato residenziale e piu’ commerciale del mercato solare soffriranno maggiormente, con una domanda sempre minore vista la mancanza di fiducia del consumatore e la riluttanza a spendere – continua Bakhareva –. I progetti piu’ sostanziali e gia’ finanziati andranno molto probabilmente avanti, mentre nel breve periodo i progetti piu’ recenti e quelli nascenti avranno difficolta’ ad attrarre investimenti a costi ragionevoli. In un periodo cosi’ turbolento, e’ quindi ragionevole assumere che la scossa economica rendera’ l’industria ancora piu’ forte sfoltendo le fila dei produttori e lasciando in gioco solo quelli che offrono i prodotti migliori ai prezzi migliori. Le piccole aziende produttrici europee sanno le prede piu’ facili di questa globalizzazione dell’industria solare con le societa’ dai bilanci piu’ forti che comincerann
o ad acquisire quelle meno fortunate. Nonostante queste grosse difficolta’, l’ottimismo generale per le energie rinnovabili e per il solare in particolare comunque rimane”.

Per quel che riguarda i mercati nazionali, il mercato tedesco dell’energia solare continua ad essere il piu’ importante in Europa. I progetti di larga natura commerciale sembrano avere discrete prospettive. Diversi grandi produttori hanno, infatti, annunciato una crescita della capacita’ energetica e la costruzione di nuovi impianti. E’, infatti, gia’ comunicata la costruzione della piu’ grande centrale solare con 63MW di capacita’ installata.

La Francia ha, invece, favorito tradizionalmente le tecnologie solari integrate nell’edilizia (Building Integrated Photovoltaic – BIPV), un’applicazione che offre tariffe piu’ elevate fino a €0.55/kWh. “Se e’ vero che il Paese ha mostrato livelli di crescita ragionevoli – spiega Bakhareva – tutti concordano nel ritenere che il mercato solare si sarebbe sviluppato in maniera piu’ sostenuta se i sostegni governativi fossero stati applicati in maniera eguale ai vari tipi di installazioni.”

Con l’implementazione di un nuovo modello tariffario per il feed-in nella primavera del 2007, la Spagna e’ diventata domanda vitale per il mercato solare globale. I costruttori si sono dunque affrettati ad installare quanti piu’ sistemi possibili al fine di avvantaggiarsi della generosa tariffa feed-in di €0.42 per kWh. Cio’ ha portato a un notevole ritardo dovuto all’intasamento causato dalle moltissime domande di permesso. Dopo aver approvato 392 progetti, il governo ha limitato le installazioni e abbassato le tariffe. E’ difficile quindi credere che nel 2009 il livello di installazioni sara’ equivalente a quello del 2008.

L’Italia e la Grecia hanno il potenziale di diventare mercati emergenti di grande successo considerato le tariffe molto attraenti, ma la burocrazia costituisce un continuo ostacolo alla crescita.

Un altro mercato emergente, la Repubblica Ceca, ha lanciato in forze l’industria del solare nel 2007 con l’installazione di 4.5MW di capacita’ solare e potrebbe diventare uno dei Paesi con le migliori performance di crescita nel 2009.

 












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